Dal 22 al 24 settembre ho partecipato ad Economy of Francesco (EoF), un incontro per giovani di tutto il mondo, in risposta alla lettera di Papa Francesco del 2019, nella quale ci invitava a pensare un’economia nuova, un’economia che facesse vivere e non uccidesse, che includesse e non escludesse, che si prendesse cura del creato e non lo depredasse.
Sono stati 3 giorni molto interessanti, ricchi di incontri, conferenze e soprattutto dei luoghi di incontro per fare network e pensare i ponti di domani.
Non sapevo cosa aspettarmi e di sicuro non abbiamo trovato soluzioni concrete, ma torno a casa con la consapevolezza di non essere da solo, che il cambiamento non sarà immediato, ma è già in essere. Non torno con uno zaino pieno, ma con la forza nelle gambe per affrontare questa montagna insieme a poche ma importanti parole: sostegno, fiducia e responsabilità.
Durante questi 3 giorni ci siamo anche divisi 12 in gruppi di lavoro. I cosiddetti 12 “Villaggi EoF” che rappresentavano le sessioni di lavoro dei membri della community sui grandi temi dell’economia di oggi e di domani. Questi villaggi hanno elaborato e scritto uno statement finale.
L’ultimo giorno abbiamo incontrato Papa Francesco e, insieme a lui, abbiamo firmato un patto e gli statement dei 12 villaggi.
E’ stato un momento di grande intensità, di impegno reciproco verso qualcosa spesso considerata un’utopia, che è diventata realtà.
Tommaso Cottatellucci
Patto per una nuova economia
Noi giovani, economisti, imprenditori, agenti di cambiamento, chiamati qui ad Assisi da tutto il mondo, consapevoli della responsabilità che grava sulla nostra generazione, ci impegniamo ora, individualmente e tutti insieme, a spendere la nostra vita affinché l’economia di oggi e di domani diventa un’Economia evangelica. Perciò: un’economia di pace e non di guerra, un’economia che si prende cura del creato e non lo depreda, un’economia al servizio della persona, della famiglia e della vita, rispettosa di ogni donna, uomo, bambino, anziano e soprattutto dei più fragili e vulnerabili, un’economia dove la cura sostituisce lo spreco e l’indifferenza, un’economia che non lasci indietro nessuno, per costruire una società in cui i sassi scartati dalla mentalità dominante diventino capisaldi, un’economia che riconosca e protegga un lavoro dignitoso e sicuro per tutti, in particolare per le donne, un’economia in cui la finanza è amica e alleata con l’economia reale e lavora e non contro di essa, un’economia che sappia valorizzare e preservare le culture e le tradizioni dei popoli, di tutte le specie viventi e delle risorse naturali della Terra, che combatta la povertà in tutte le sue forme, riduca le disuguaglianze e sappia dire “Beati i poveri”, un’economia guidata dall’etica della persona e aperta alla trascendenza, un’economia che crea ricchezza per tutti, che genera gioia e non solo benessere, perché la felicità non condivisa è ben poca. Crediamo in questa economia. Non è un’utopia, perché la stiamo già costruendo. E alcuni di noi, in mattine particolarmente serene, hanno già intravisto gli inizi della terra promessa.
Assisi, 24 settembre 2022
Economie, imprenditrici e imprenditrici, agenti di cambiamento, studenti, lavoratori e lavoratori