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GenerAzioni MCF – Cortile della Condivisione

    Racconto del Cortile sulla Condivisione

    In occasione dell’Agorà 2023 di MCF è stato affidato al Laboratorio della Condivisione l’allestimento di un piccolo Cortile sul tema della Condivisione, ne siamo stati entusiasti e abbiamo scelto di impostarlo raccontando da un lato la situazione dei gruppi di condivisione e dall’altro spiegando cosa propone e cosa motiva il Laboratorio della Condivisione.

    Abbiamo ricreato su un primo cartellone la cartina dell’Italia dove abbiamo posizionato i vari gruppi di condivisione attivi e poi chiesto ai gruppi stessi di raccontarci cosa li rappresentasse (un’immagine o un breve testo): abbiamo ricevuto dei contributi molto belli sull’importanza di questa esperienza e su quanto il gruppo avesse “compreso” circa la condivisione.

    Abbiamo quindi cercato di rappresentare visivamente chi compone il gruppo del Laboratorio in questo momento, cosa si propone di fare e cosa lo spinge in queste attività: siamo due donne dal Veneto, un rappresentante del Friuli, uno della Sicilia e due della Lombardia. Ci piace l’idea dell’interazione tra regioni, ci siamo infatti resi conto che si vivono esperienze e idee differenti a seconda del territorio; queste esperienze, una volta condivise, diventano una ricchezza enorme.

    Come simbolo di questa ricchezza abbiamo disegnato un grande Cuore: riteniamo che sia questo il centro della condivisione, sia come metodo che come desiderio di una vita condivisa. A questo proposito al Laboratorio sta proprio “a cuore” il benessere dei gruppi di condivisione, in quanto luogo di crescita e riflessione di persone in cammino.

    Questi sono alcuni degli elementi più significativi della condivisione su cui ci siamo confrontati insieme:

    ·         è un momento in cui un gruppo di persone si incontra e si racconta su un tema scelto insieme, ogni partecipante ha la facoltà di raccontare il proprio vissuto su questo argomento senza che ci sia un controbattere dell’altro, le altre persone presenti hanno il solo compito di ascoltare in silenzio il racconto condiviso, non viene richiesta una risposta né tantomeno un giudizio;

    ·         è un contesto che “libera” da un lato chi ascolta e gli permette di accogliere con serenità il vissuto dell’altro, dall’altro chi condivide il “pezzettino di sé” gli consente di non sentirsi giudicato, anzi accolto e compreso;

    ·         permette a lungo andare di conoscere meglio sé stessi e di crescere grazie al confronto con le esperienze altrui;

    ·         l’evoluzione personale che può diventare un’evoluzione di gruppo, le relazioni umane che si instaurano tra i componenti del gruppo di condivisione sono relazioni “profonde”, di rispetto reciproco e di comprensione;

    ·         l’abitudine all’ascolto non giudicante può portare frutto anche in altri ambiti, ad esempio nel lavoro, nei momenti di svago o nella vita quotidiana (con il vicino di casa). Conoscere l’altro ci permette di superare dei pregiudizi iniziali dettati dall’aspetto, ad esempio, ci regala vissuti sconosciuti e preziosi, ci permette di sentirci meno soli in una società improntata sull’individualismo.

    Tutto questo spinge il Laboratorio ad approfondire gli effetti della condivisione e a far incontrare i gruppi di condivisione di territori diversi (vicini o meno) organizzando dei momenti interregionali, con sostenere i gruppi e curare quelle relazioni profonde che danno sapore alla nostra esperienza.