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Ospitare il consiglio generale di MCF a Roma

    Ospitare il CG di MCF a Roma è un onere ed un onore.
    Onore perché a Roma ci sentiamo “i confini dell’impero”, le comunità di famiglie più lontane. Onore perché in MCF il peso specifico del Nord, dell’esperienza maturata delle comunità “storiche” è tale che ci si sente come i “giovani” nipoti che i nonni siano venuti a trovare.
    Piccolo onere perché accogliere 20 ospiti, abituati alle carovane che invadono le nostre comunità, è un piacere più che un impegno. Piccolo onere perché insieme, quando ognuno fa un pezzetto, si va lontano. Con leggerezza.
    E’ lo stile dell’incontro che fa il succo delle riunioni in MCF e quelle del CG non fanno eccezione.
    Il Casale (comunità trentennale appena fuori Roma, nel Parco di Veio) ci ha accolto sabato 1° giugno con tutta la sua bellezza di spazi architettonici e naturali: il sole splendente di una primavera al clima quasi estivo ha amplificato la piacevolezza di sedere sotto il pergolato accanto ai campi coltivati della CSA Semi di Comunità.
    Sulla grande tavola di peperino gli ospiti di casa hanno aperto il pranzo con una gustosa pasta rossa alle melanzane; la convivialità si è arricchita dei sapori del parmigiano di Fidenza e delle torte sfornate la mattina presto e trasportare in giro per l’Italia per onorare il rito della condivisione del cibo.
    Siamo rimasti attorno allo stesso tavolo per condividere le parole: economia, sostenibilità, ACF/MCF/I Care, territori (gruppi di condivisione, nodi, capitoli, accompagnatori), comunicazione interna e verso l’esterno, futuro CG.
    Dalla privilegiata posizione di essere in molti in presenza e grazie alla paziente maratona di chi ha seguito a schermo da casa, il CG ha composto un racconto a tante voci del “Dove siamo?”.
    La convivialità della cena e della serata ha replicato la tavola imbandita di un primo preparato dal Casale e contributi enogastronomici offerti dai consiglieri.  Questa volta il tramonto ed il crepuscolo ce li siamo goduti dalla corte interna: un abbraccio di tre corpi di fabbrica che chiudono lo spazio attorno all’ex fontanile, oggi in parte mattonato e in parte a prato.
    E’ in questo stare in chiacchiere, più intime a due o in gruppetti che si aggregano e riaggregano seguendo i fili dei racconti e degli scambi, che ci si conosce e ci si affeziona alle storie gli uni degli altri!
    Molti dei presenti hanno dormito al Casale, qualcuno da amici o parenti romani, una manciata è stata accolta in Collina.
    Domenica mattina, 2 giugno, la riunione di riunione del CG è stata alla Collina del Barbagianni, la Comunità che da 14 anni vive sul margine della città, dentro il Raccordo ma affacciata sull’agro romano.
    Il cielo nuvoloso ci ha suggerito di stare al chiuso, nel “granaio”, lo spazio comune della CdB con le pareti colorate, qualche tavolo e molte cose riposte alla rinfusa (giochi, letti, libri, scatole…) che quella notte aveva ospitato a dormire un Branco del gruppo scout Roma 84.
    La pioggia ha fatto annullare gli impegni delle varie famiglie collinari e, inaspettatamente, tutti i 9 adulti della comunità hanno potuto presentarsi e salutare il Consiglio.
    Alle pareti, ai cartelloni col lavoro di analisi del giorno precedente si sono aggiunti nuovi appunti: dove andiamo rispetto ai temi sollevati?
    Non è stato facile arginare il desiderio (ormai deformazione attitudinale?) di condivisione profonda e di senso per riportare lo scambio su prospettive più operative da consegnare al Comitato e all’Associazione.
    A fine mattinata il Caso (o Provvidenza, fate voi) ha voluto che all’improvvisa visita di don Ben, amico della Collina e vescovo ausiliare di Roma [la Chiesa di Roma è strana: il suo vescovo è il Papa che, avendo anche molto altro da fare, nomina un vicario e 4 vescovi di settore -uno per ogni quadrante della città- ed altri vescovi “tematici”, NdR], fossero presenti tutti i Collinari ma anche Presidente e Vice Presidente di MCF, espressione di tutto il CG riunito. L’incontro verteva sulle sorti incerte della Comunità di famiglie della Collina: la proprietà (di una Congregazione di Suore, le Maestre Pie Venerini) è in vendita e don Ben è venuto a dirci che la Diocesi, riconoscendo il valore di questa realtà, ha scelto di impegnarsi in una cordata che rilevi il bene e preservi la prosecuzione dell’esperienza di condivisione in Collina.
    Non è stato affatto indifferente che un tale passaggio sia avvenuto nel seno dell’incontro del Consiglio Generale: tutta l’esperienza, la solidarietà e la forza dell’unione di tanti punti di vista diversi hanno reso quest’incontro un punto di snodo determinante per il percorso futuro della CdB ma anche un fatto al cuore dell’Associazione che apre nuovi possibili percorsi per affrontare le questioni legate alle vendite delle proprietà degli immobili in cui vivono le comunità di famiglie.
    Siamo ripartiti, dopo un pranzo all’aperto nell’aia della Collina, un po’ alla spicciolata, in macchine che riunivano destinazioni vicine: come semi di un soffione, ci spargiamo su tutto il territorio per portare ovunque la ricchezza dell’incontro.
    Alla prossima!
     
    Marta Dante