“La storia delle nostre comunità, di Villapizzone e di quelle che sono venute nel corso degli anni, è la storia di gente alla ricerca della felicità, una felicità esigente che ha a che fare con il senso della nostra vita, la storia di gente che riconosce che questa ricerca è impegnativa e che quindi hai bisogno degli altri per realizzare pienamente la tua vita…
Noi tutti ci siamo incontrati sulla strada della vita e abbiamo scoperto che volevamo raggiungere qualche cosa di simile tra di noi: la nostra realizzazione, il nostro sogno, la nostra felicità. Abbiamo capito che la strada passava attraverso il creare comunione: è quello l’obiettivo che ci ha fatto muovere.
Non ci siamo scelti, ci siamo incontrati: la fiducia diventa un punto centrale. Abbiamo capito che fare cassa comune metteva in pista la fiducia là dove ce n’era poca o non c’era del tutto. Non ci siamo mossi da casa nostra perchè volevamo fare la cassa comune, ci siamo mossi perchè volevamo fare comunione, comunità. La cassa comune è diventata lo strumento per rendere possibile questo sogno, è diventata il primo strumento della vita comunitaria: strumento che crea quella fiducia che a sua volta diventa lo strumento che rende possibile la cassa comune…la cassa comune: una buona pratica e la sua storia
… La cassa comune non è fine a se stessa, non è un modo per gestire i soldi: si possono gestire i soldi in banca. C’è chi ha proposto di fare la cassa comune in altro modo: ad esempio, mettendo in cassa quello che le famiglie non utilizzano, quello che avanza alla fine del mese.
La sfida è un’altra, più alta: nella casa comune ognuno di noi mette tutto se stesso, quello che produce e quello che è; è una condivisione totale, pur nella libertà, pur nella diversità: condivisione, non fusione. Abbiamo poi dovuto pensare a come utilizzarla: è stato il secondo passo. Potevamo creare l’economo, come si fa di solito. Invece no. E’ stato provvidenziale “inventare” l’assegno in bianco, espressione forte della fiducia che c’è tra di noi della comunità. E soprattutto del bisogno di fiducia che c’è tra di noi.”
(Bruno Volpi, da “Contabilità o condivisione?” in “Miniguida a un’economia felice”, 2012, ed. Monti editore)