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Racconto dall’agorà del Veneto

    Due articoli che raccontano cosa si è respirato in questa giornata di Agorà in Veneto:

    Mi prendo un breve momento per raccontare la bella giornata di domenica 20 ottobre, in occasione dell’agorà del nodo veneto di MCF: nella bella cornice della Fattoria Solidale Brugine ho rivisto con tanto piacere tanti amici, le famiglie che vivono alla fattoria, le famiglie del Cohousing Rio Selva e quelle della comunità Il Grappolo di Mirano e non da meno i cari amici del gruppo di condivisione di Padova. Abbiamo avuto l’onore della visita di un bel gruppetto di Vicenza capeggiato dagli instancabili Enzo Sinico e Cinzia (ormai presenza fissa dei nostri eventi) e da un bel gruppetto di giovanissimi da Vittorio Veneto, e di altri da Padova e vicinanze. Una ricchezza ogni volta sentire esperienze di vita condivisa sparse qua e là!
    La giornata è trascorsa con il racconto di come sono nate le tre comunità al mattino, un lauto pranzo condiviso😋 e per digerire si è fatta una breve visita alla comunità ospitante.
    Il soleggiato pomeriggio ci ha permesso di stare all’aperto e di condividere spunti e riflessioni sul tema “vivere bene insieme è possibile?” abbiamo scoperto che invece del punto di domanda ci sta meglio un bel punto esclamativo!!
    Un Grazie speciale ad Andrea Safir Stagliano che si è reso disponibile per facilitare la giornata.
    Mi porto a casa momenti belli e arricchenti, grazie 💚

    Chiara Michelotto
     
    Eccoci a Brugine,  comunità solidale , siamo partiti insieme a un piccolo gruppo di amici da Vicenza.  Io c’ero già stato un po’ di anni fa’ ma non ricordavo molto il posto, tutto mi sembrava avvolto da qualcosa di nuovo, infatti quella domenica c’era l’Agora di MCFVeneto con il tema della giornata ” Vivere bene insieme è possibile?. Siamo stati accolti dalla presidente di AcfVeneto che ci ha accompagnati nello spazio comune. Il facilitatore Andrea Stagliano Safir ci ha aiutato molto nella comunicazione, ci ha spinto a sentire i bisogni che ci spingevano ad essere lì e ad essere empatici (due cose non sempre facili da attuare). Poi ci siamo ritrovati nel cerchio e mi ha subito colpito la presenza di alcuni giovani che avevano già messo in opera una comunità, uno di loro aveva fatto parte di un collettivo in Francia. Forse c’è una spinta naturale che solo le giovani generazioni possono ancora conservare nelle loro “viscere”. Tutto ciò ha stimolato in me la voglia di cambiamento,  un cambiamento non dettato dalla fuga da una società considerata malata, ma piuttosto da quello che è emerso durante la condivisione, un percorso di crescita personale e collettiva sempre in continua evoluzione, in cui gli altri ti fanno un po’ da specchio. Questo è possibile a mio avviso solo se siamo disposti a farci “piccoli” mettendoci in discussione.  Allora la domanda “vivere insieme bene è possibile?” trova la sua risposta naturale a patto che siano soddisfatti questi presupposti. Questo è quello che mi sono portato a casa alla fine della giornata. 
     
    Enzo Sinico.