La porta come metafora di cuore e testa
La ricerca avviata dall’esperienza di Villapizzone nella sfida di desiderare gli uni per gli altri la libertà di cercare la propria strada ha dato frutti ed è divenuta uno dei pilastri e delle buone pratiche fondanti il cammino proposto da MCF. E’ la porta aperta sul mondo e su chi arriva che fa la differenza nelle comunità e nei gruppi; la scelta di lottare con se stessi per mantenersi fiduciosi nella relazione con l’altro (vicino di casa, collega di lavoro, comunitario, amico, chi chiede aiuto e chi ce lo offre,…) e soprattutto la scelta della tensione fra essere se stessi ed essere gruppo. Mcf è un luogo dove ciascuno e ciascuna famiglia può cercare di diventare se stesso autopromovendosi sapendo di non essere solo/a. E’ uno spazio di libertà e di responsabilità.
”Il primo pilastro per noi, è l’apertura. Che significa: niente barriere ideologiche o religiose; libertà di testa e di cuore; sobrietà di sentimenti. Una comunità di famiglie deve essere una comunità aperta. Un luogo dove si aiuta la gente a scegliere. Non una comunità “religiosa”, con una regola. Ma una comunità dove la gente viene, in fondo, per cercare la propria strada…
Ecco: io ho chiesto questo alla mia comunità: la possibilità di cambiare. E ciò diventa una linea comune quando sigliamo un patto per dirci: io garantisco a te la possibilità di crescere e tu la garantisci a me.
Questa è la linea alla quale dobbiamo fare riferimento. Essa garantisce il rispetto della diversità. Il fatto che abbiamo sempre parlato di cancello aperto, di porta aperta, ha condotto a una linea comune molto fluida, per non escludere nessuno: semplicemente, un minimo comune denominatore. Facciamo di tutto perché ciascuno possa fare il suo cammino…. La sfida è: tutti i sogni, le motivazioni, potranno convivere senza essere ridotti a uno solo, senza essere slogan?”
B.Volpi, “Un’alternativa possibile”, ed Monti, 2012, Saronno (VA)